La Storia dello STEREO-8
Il formato Stereo-8 nacque nel 1966 principalmente come formato per la riproduzione musicale in auto.
I primi prototipi degli 8-track, questo il nome originale americano, vennero progettati dall'americano Bill Lear nel 1964 ed i primi lettori commerciali vennero offerti come optional sulle vetture Ford modello 1966; essi ebbero successo, poiché facili da trasportare e utilizzare. Successivamente vennero presentati lettori portatili e lettori-registratori anche per uso Hi-Fi domestico.
In Italia lo Stereo8 cominciò a diffondersi a partire dal 1967, promosso dal produttore italiano di apparecchi radio-TV Voxson, che lanciò una gamma di autoradio dotate di lettore denominata "Sonar". Tuttavia, diversamente da quanto avvenne negli Stati Uniti, in Europa subì fin dall'inizio la forte concorrenza della musicassetta (decisamente più piccola e agevole, in commercio già dal 1965) e cominciò a perdere velocemente mercato verso la metà degli anni '70. Nonostante questo durante la prima metà di tale decennio la quasi totalità delle edizioni su vinile e musicassetta ebbe anche la corrispondente stampa su Stereo8. Tra le etichette discografiche che produssero edizioni in questo formato ricordiamo la RCA italiana (anche con la serie RCA Lineatre), la Dischi Ricordi - Orizzonte, la CGD e la CBS. Con l'evolversi della tecnologia, il formato Stereo8 venne definitivamente abbandonato nel 1983. La possibilità di disporre di diverse tracce indipendenti portò ad un'applicazione del sistema Stereo8 nei sistemi di sonorizzazione delle chiese, anche dopo la dismissione dello standard. I canti liturgici, infatti, venivano registrati su due tracce (organo-coro) che potevano essere mixate o escluse a seconda delle necessità. La scelta dei canti veniva effettuata agendo su un lettore multi-cassetta con un comando che poteva essere collocato anche sull'altare.
Funzionamento: I supporti su cui era basato il sistema erano dei contenitori in materiale plastico definiti cartucce, contenenti un nastro ad anello senza fine avvolto su una singola bobina; la fine e l'inizio del nastro erano giuntati insieme. Il nastro veniva sfilato dal centro della bobina e, dopo essere passato sugli organi di trascinamento e riproduzione del lettore, veniva recuperato all'esterno della bobina stessa. Il nastro era dotato di una sezione metallica in corrispondenza della giunzione, che, passando su dei contatti elettrici situati nel lettore, chiudeva il circuito di un elettromagnete che spostava la testina del lettore sul paio di tracce successive.
La cartuccia comprendeva anche un rullo di gomma o plastica denominato pinch roller che serviva a pressare il nastro sull'albero di trazione del lettore, denominato capstan, consentendone il trascinamento; erano inoltre compresi dei feltrini montati su molle, necessari a fare aderire il nastro alla testina di lettura ed ai contatti elettrici dell'elettromagnete di cambio traccia.
Il nastro Stereo8 era alto 1/4 di pollice, scorreva ad una velocità di 9,5 cm/s ed era dotato di uno strato di grafite sulla faccia insensibile allo scopo di diminuire gli attriti e disperdere le cariche elettrostatiche dovute allo strofinamento reciproco delle spire di nastro nella bobina; era registrato su 8 tracce, che venivano lette 2 alla volta in stereofonia permettendo di registrare 4 diversi programmi musicali su una singola cartuccia.